Termine molesto,
censura morale di codesto
incrinato corroso cantico,
in crisi d’operato morboso dolore.
D’offesa arreca un dire che, però, germoglia limitato,
carattere in sregolatezza dell’incorrupte
emana sommosso estremo ablegato,
è epoca di corredo.
Anche sillabe di disprezzo,
posson divenir sensata critica,
poste in giusto contesto.
Per colpa dei pochi,
s’amputano frammenti.
È septus parole morente,
il vetro suggerisce, filtra, sventra l’inadatto,
dall’alto del suo rimarco canone d’abusi affollato,
è giudice ingrato.
Tarquinio re,
guarda, di per sé, in gloria v’è tetro,
il nuovo dire ha da sorgere su mal del vero,
che è sincero più d’ogni vocabolo del Galateo,
tuo orrore.
Il discuter che s’annida tra migliaia d’ossimori
dell’artificiale vocabolo,
anche se di colpe non sforza l’uso codardo,
ma certo sul suo fare giusto,
che però si macchia di fisso illecito,
allor s’adda fare il canone, il corretto dire.
Lemma è espressione,
viva il credere esente da freni d’ogni sorta.
Giacere in paura del discutere è moria dell’eccesso,
primario senso umano e grezzo.
Fa ch’ogni massa si prenda gioco del suo sfarzo,
fa che il folle sia prassi,
fa provocazione l’esporre,
fa illogico stereotipo,
che in epoca di vetro,
si muor con filtro,
si muor con poco del pulsare,
si muor con insulto in parole di compianto,
con storie del falso ideale.
È l’epoca del vetro,
dell’arte criterio portata in grembo da chi si fa luce,
da pochezza che s’erge gnosi,
ed è nuova presunzione di beltà posseduta facendo torto all’onesto
d’un termine molesto.
Sorgerà la nuova estasi,
stanchi esser di confini incerti
designati dal finito dell’ingegno,
dal vuoto carnale di lor credo.
Trascendi,
parli dell’oggi come di suo mal d’ancora digitare.
Molesto è ancor aver terrore d’esporsi,
parla al regime.
Così tanta ragione in cieca fede
e così tanto male in dire.

La lingua non va decimata per pregiudizio umano. Ogni termine è destinato a esporre odio quando l’uomo ne associa disprezzo.
No censura.
“La censura è sempre uno strumento politico, non è certo uno strumento intellettuale. Strumento intellettuale è la critica, che presuppone la conoscenza di ciò che si giudica e combatte. Criticare non è distruggere, ma ricondurre un oggetto al giusto posto nel processo degli oggetti. Censurare è distruggere, o almeno opporsi al processo del reale.”
(F. Fellini)
