La proposta del nuovo decreto sicurezza è tremenda. Aumenta o introduce, senza alcuna logica, il periodo di reclusione per reati minori già esistenti o se ne inventa altri di sola matrice ideologica.
Le carceri italiane sono un inferno in terra e lo sono da vent’anni per sovraffollamento, abusi e suicidi. Il decreto porterebbe quasi certamente ad un ulteriore aumento dei reclusi e ad un dannoso peggioramento delle condizioni di vita nei complessi carcerari. Come si arriva a proporre una roba del genere dopo anni di denunce alle condizioni disumane vissute in reclusione? Come si può essere tanto mediocri? Come si può arrivare ad essere tanto accecati dalla propria ideologia malsana da smarrire completamente lucidità decisionale o anche semplicemente riguardo per il paese che si va ad amministrare?
La cosa è grottesca a livelli quasi indicibili. Tra aumenti della reclusione per offese arrecate a pubblico ufficiale, a quelli per reato di rivolta nelle carceri, di blocco stradale ed imbrattamento (tutti reati già esistenti e sanzionati) sembra voglia idearsi un utopico ente decisionale che assegni un livello di tutela a ciascuno in base al ruolo ricoperto in collettività.
Il decreto, e chi ne ha stipulato le righe, sembra credere che basti un aumento della reclusione per proporzionale aumento della sicurezza e non ha riguardo alcuno né per i propri sostenitori, né per la controparte o la penisola in generale. Il mondo che si vuole migliorare con una mediocre mozione di questo tipo semplicemente non esiste. La reintegrazione in società così va resa ancora più complicata, il supporto allo Stato è reso improponibile. È facile stare lì a cancellare numeri e porne altri più grandi, complicato è iniziare ad agire concretamente sulle carceri, ammettendo il problema e discutendone in merito.
Il nuovo decreto sicurezza non è una proposta di legge, ma un manifesto ideologico di parte già presa ed intollerante. Non ha il fine d’aumentare l’efficienza dello Stato in fatto di sicurezza, ma solo di mostrare fedeltà alla sua indottrinata lotta inutile. È la prova di quanto l’Europa sia affetta dall’enorme nociva voglia di schierarsi continuamente e porsi in chiuse fazioni. Il sentimentalismo dei valori ideologici non può prendere il sopravvento sulla logica effettiva quando ci si sta approcciando a materia di leggi in amministrazione di uno Stato. 300 anni per svegliarci ed uscire da un mondo di impura cieca fede, tenuto arretrato da quest’ultima. State inventando religioni. Nel decreto forse non c’è cattiveria, ma sicuramente mediocrità.
IL PERIODO DELLE DOTTRINE
Il decreto è la testimonianza concreta del nuovo Barocco. È un’Europa smarrita nel percorso. È un’Europa senza le certezze che in passato ne reggevano le motivazioni. È da sola nella sua confusione, minacciata, non agisce e non sa come difendersi. La crescita è sfumata, tocca amministrare la stabilità ora, ma fallisce nella discussione. È un’Europa ferma, che non avanza perché divisa in fazioni di perenni guerre dottrinali rifiuta di pensare per logica e non per emotività insulsa. Cosa ne esce? Ne escono proposte di leggi indecenti, classi dirigenti votate per parte intollerante e non per azione calcolata, dimostrata e concreta. Esci dal partito preso, dagli estremismi e dalle religioni quando si decide sulla vita e sulla sicurezza del prossimo.

