L’uso di un preciso tono nervoso in questo racconto è adoperato al fine di dar risposta ad un mondo Occidentale odierno, oggi in Crisi ed immerso in un tempo di frenesia, divisione, conflitto, rapida vita e bassa attenzione. Questa nuova letteratura Nera racconta di giovani europei arrabbiati, delusi dalla vita che li accoglie. La nervosa scrittura persegue con successo il suo scopo se il pubblico, seguendola e in essa perdendosi, riesce a riconoscere e riconoscersi nei misteri, nei cambi del ritmo, nelle rivelazioni e negli inaspettati sviluppi di questa Tragedia. Il racconto non inventa nulla, ma mescola concetti che dal mio presente si originano e in esso, violentemente, si espandono molestando. Ogni storia in seconda piano si lega all’altra in una successione di immagini in scorrimento continuo e tentano di intercettare l’inarrestabile e veloce Flusso di scene a cui ci si è abituati a sottomettersi per catturarne l’attenzione. Questa Nervosa cronaca deve coinvolgere lo spettatore, tenerlo incatenato alle pagine e ai capitoli. In caso contrario, essa ha fallito. Non c’è altra strada. ll nervoso è necessario perché è attiva denuncia alla distrazione collettiva. Il nervoso è, però, bisogna ricordarlo, il mio esprimersi personale come una qualunque vittima del Flusso, e come tale va trattato. È quindi anche, sicuramente, adoperato male. Maneggiato con poca abilità, corrompe il buon scorrimento di una storia già non così equa e lineare. Per questo motivo, la vicenda del Bar Rebbia è, per certo, solo un punto di partenza al fine di ideare un giorno qualcosa di grande e proiettato ad un futuro più degno. Il lavoro di una vita che vuole esser spesa per innovare il male di essere in terra. Una giovane letteratura nera, aggressiva, in continuo dubbio, volta alla salvezza. È tutto nuovo e sperimentale. Non c’è altro da dire.
Prosegui.
